GLI STUDI SULLA COLORAZIONE ANOMALA NEGLI ANIMALI SELVATICI



esemplare albino di tropidonotus tessellatus
studiato da Romualdo Pirotta e natrice dal collare.




Nelle collezioni zoologiche ottocentesche è tipico l'interesse per gli esemplari di specie anche comuni che mostrano colorazioni anormali, con assenza o abbondanza di pigmento in concentrazioni variabili. Anche Pavesi, come alcuni scienzati suoi contemporanei, si interessò a queste colorazioni atipichee, come direttore del Museo, favorì la raccolta di esemplari mutanti bianchi, totali o parziali(albini), rossicci(eritristici), fulvi(isabellini), scuri(melanici) per studiarne la variabilità. Gli individui veramente albini, privi cioè di ogni tipo di pigmentazione e caratterizzati dagli occhi rossi, difficilmente sopravvivono a lungo in natura, poichè il loro colore li rende troppo visibili ai predatori e la loro vista e la struttura del tegumento sono fortemente debilitate. Pavesi riassunse tutte le sue osservazioni in un ampio diagramma, che ricorda un albero genealogico in cui sono indicati i numerosi casi riscontrati in natura.

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