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Benvenuti a tutti! Questo blog, dedicato alla mostra "Animali dal Mondo" organizzata con la collaborazione dell'Università di Pavia, è rivolto a tutti gli appassionati di animali e a coloro che sono interessati ad approfondire gli studi di un grande ricercatore pavese come Pietro Pavesi. Oltre alle immagini delle specie più particolari e curiose potete trovare infatti anche testi di approfondimento. Buona visita a tutti!

LA MOSTRA: UN VIAGGIO TRA GLI ANIMALI DEI CINQUE CONTINENTI

La mostra propone animali provenienti dai diversi continenti raccolti e conservati dallo zoologo Pietro Pavesi. Il percorso si snoda tra numerose specie: da reperti locali in particolare legati al paesaggio fluviale, comoni e anguille, a esemplari esotici, come il tapiro, i lemuri dai fantastici occhi di fuoco, gli uccelli del paradiso, l'oritteropo, il chirù, che conducono il visitatore in luoghi lontani. Sono esposti preparati zoologici rari e affascinanti, come la pecora di Marco Polo, della catena himalayana, e la "coppa di Nettuno", un tipo di spugna dell'Oceano Pacifico di notevoli dimensioni, che deve il proprio nome all'insolita forma. Interessanti, soprattutto per i più piccoli, le varie specie di ragni e scorpioni, di cui Pavesi studiò anche la distribuzione geografica. La mostra si conclude con l'exhibit multimediale "Paesaggi sonori", all'interno del quale il visitatore intraprende un viaggio virtuale attraverso i rumori della natura e i richiami di uccelli di differenti habitat, come i boschi planiziali, le campagne coltivate e le garzaie della provincia di Pavia.

PIETRO PAVESI

Pietro Pavesi naque a Pavia il 24 settembre 1844. La sua famiglia era originaria di Pieve del Cano, in provincia di Pavia. Pavesi conseguì all'Università di Pavia la laurea il Scienze Naturali nel 1865, presentando una dissertazione manoscritta dal titolo "Della Strutturain generale dei tipi di animali". Intraprese la carriera di docente e cominciò a rivolgere la sua attenzione anche agli studi storici e alle tradizioni locali di Pavia. Si dedicò allo studio dei monumenti della sua città d'origine: si interessò alla Strada delle Catene e al Palazzo dell'Università, alla storia della Statua del Regisole, oltre che alla vita di personaggi di rilievo, come Lazzaro Spallanzani, fondatore del Museo di Storia naturale, di cui Pavesi stesso diresse la sezione zoologica. Fu poi particolarmente attivo in politica: ricoprì la carica di Sindaco, Assessore alla cultura e consigliere comunale e provinciale di Pavia per numerosi mandati.

UNO DEI PADRI DELL'ARACNOLOGIA ITALIANA

Pavesi esordì in ambito aracnologico nel 1864 con un breve elenco di ragni in una pubblicazione dedicata alla storia naturale e nell'agronomia della Provincia di Pavia. Quattro anni più tardi, diede alle stampe, in collaborazione con Giovanni Canestrini, docente di Zoologia all'Università di Modena, una delle sue opere aracnologiche maggiori: Araneidi Italiani, con una premessa storica sugli antichi contributi di aracnofauna italiana, che spesso trattavano i ragni velenosi( tarantola e malmignatta) e degli effetti e cure del loro morso. Gli autori pubblicarono nel 1870 il Catalogo sistematico degli araneidi italiani, un elenco di 404 specie in un'edizione aggiornata e corretta della prima. I lavori successivi di Pavesi si limitarono ad elenchi o cataloghi dedicati all' aracnofauna di territori più o meno circoscritti, con la probabile intenzione di una futura e più esauriente opera sui ragni d'Italia. Le scarse conoscenze aracnologiche dell'epoca, associate ad una affrettata identificazione di specie del Continente Africano e del vicino Oriente con quelle note per l'Italia o più in generale per l'Europa, rendono talvolta le proposte di Pavesi poco attuali, anche per la mancanza di illustrazioni delle specie rare o problematiche e soprattutto nelle descrizioni dei nuovi taxa. In un'epoca in cui in ambito accademico si tendevano a privilegiare ricerche rivolte allo studio dell'evoluzione e della filogenesi e più in generale alla biologia dello sviluppo, Pavesi difendeva con passione il ruolo della zoologia sistematica.

ALCUNI ANIMALI DAL MONDO: VOLATILI


Esemplari di gura azzurra
e di falco pescatore.








ANIMALI ESOTICI






Tapiro americano e Gorilla






Uistiti dai ciuffi bianchi e Sifaka coronato

PESCA E ITTOLOGIA

L'ittologia, che si occupa dello studio dei pesci, ha rappresentato una delle principali linee di ricerca di Pietro Pavesi. Egli si occupò della distribuzione dell'anatomia e della sistematica di varie specie, tra cui lo squalo elefante, alcuni cobitidi, gli storioni e i coregoni. Pavesi fu pioniere nelle prove d'introduzione di nuove specie nelle acque lombarde al fine di favorire la pesca professionale. Del 1896 è il suo maggiore contributo all'ittologia italiana di acqua dolce: "La distribuzione deo pesci in Lombardia", una vera e propria carta ittica ante litteram tuttora apprezzata. La fotografia a lato mostra L'Atlante zoologico di Ferdinando Sordelli del 1887.

GLI STUDI SULLA COLORAZIONE ANOMALA NEGLI ANIMALI SELVATICI



esemplare albino di tropidonotus tessellatus
studiato da Romualdo Pirotta e natrice dal collare.




Nelle collezioni zoologiche ottocentesche è tipico l'interesse per gli esemplari di specie anche comuni che mostrano colorazioni anormali, con assenza o abbondanza di pigmento in concentrazioni variabili. Anche Pavesi, come alcuni scienzati suoi contemporanei, si interessò a queste colorazioni atipichee, come direttore del Museo, favorì la raccolta di esemplari mutanti bianchi, totali o parziali(albini), rossicci(eritristici), fulvi(isabellini), scuri(melanici) per studiarne la variabilità. Gli individui veramente albini, privi cioè di ogni tipo di pigmentazione e caratterizzati dagli occhi rossi, difficilmente sopravvivono a lungo in natura, poichè il loro colore li rende troppo visibili ai predatori e la loro vista e la struttura del tegumento sono fortemente debilitate. Pavesi riassunse tutte le sue osservazioni in un ampio diagramma, che ricorda un albero genealogico in cui sono indicati i numerosi casi riscontrati in natura.

GLI STUDI ORNITOLOGICI


Pappagallino verde




Barbuto fabbro, Martin Pescatore del Paradiso di Numfor e Campanaro delle tre Caruncole

Pietro Pavesi dedicò parte delle sue energie allo studio faunistico degli uccelli, contribuendo a creare un quadro chiaro sulla fenomenologia delle migrazioni. Tra il 1886 e il 1906 pubblicò una serie di otto Calendari ornitologici, che consistono in un resoconto di quanto avveniva nelle campagne della Provincia di Pavia per quel che riguardava gli uccelli. Effettuava personalmente molte osservazioni, ma le maggiori informazioni gli provenivano da cacciatori appassionati e da professionistiche raccoglievano i volatili con le reti o i fucili per poi portarli a Pavesiche ricompensava. Se ritenuti interessanti gli animali venivano impagliati e inseriti nella collezione ornitologica del Museo civico di storia naturale.

L'INCONTRO PIU' BIZZARRO: IL PETAURO DELLO ZUCCHERO

Classe: mammalia
Sottoclasse: marsupialia
Ordine: diprotodontia
Sottordine: phalagerida
Suprafamiglia: petauroidea
Famiglia: petauridae

Il nome Petauro è un nome popolare senza status scientifico. Negli altri paesi è conosciuto in altri modi, in america è chiamato “SUGAR GLIDER” che tradotto letteralmente vuol dire “aliante dello zucchero”. Appartiene ad un gruppo chiamato “possums minore che scivola” (lesser gliding possums).
Il Petauro è un mammifero insolito perché, a differenza di tutti gli altri animali domestici che conosciamo, è il primo marsupiale che ha raggiunto la popolarità come animaIe domestico.